SPIEGARE IL CORONAVIRUS AI BAMBINI?
E’ difficile trovare le parole per noi stessi e a maggior ragione andiamo in crisi se, come genitori, vogliamo rassicurare i bambini. Ed è qui l’errore: i bambini non hanno da essere rassicurati affatto. Vediamo in che senso.
Nulla può allontanare da noi in questo momento ciò che sta succedendo. Non ci sono colpe né colpevoli. Ciò che avviene è proprio quanto i bambini si aspettano che avvenga, non perché essi abbiano delle attese ma perché sono attrezzati per tutto ciò che arriva.
La grande lezione di questa esperienza di incertezza totale è che essa ci costringe a non “aspettare nulla”, a non “determinare nulla” in forza della nostra volontà. La saggezza sta proprio nel ricordare il nostro “essere bambino”, quando cioè vivevamo con totale fiducia nella vita e senza alcuna preventiva rassicurazione esistenziale.

La nostra epoca ci abitua alla sicurezza: ma è puro marketing industriale, la vita si muove nel mistero. Il futuro non esiste, è un concetto di irrealtà. Esiste solo ciò che è qui ora nel presente. I bambini vivono in questa dimensione vera. Se c’è la mamma non c’è la malattia. Se c’è il papà non c’è la paura. Attenzione non è un fattore psicologico ma di tangibile realismo.
In questi tempi la parola più inflazionata è “spero”, “speriamo”, la ripetiamo tutti, continuamente, a tutti. Ma che significato ha questa speranza? E’ una scaramanzia, un’invocazione cabalistica, un appello a qualche forza misericordiosa. Ma soprattutto è cosa diversa dalla fiducia nelle proprie risorse interiori e nell’aiuto sempre presente del mondo spirituale, cosmico, che ci circonda. Per chi è religioso sono concetti accessibili: in una parola, ricorriamo a Dio, alla preghiera. Ma in tempi di relativismo, di pragmatismo e di materialismo, Dio non soccorre più. Ci vuole il “farmaco”, il rimedio immediato e senza fatica. Il ricorso alla propria energia spirituale invece è faticoso, implica una ricerca, un’autodisciplina.
I bambini ignorano tutto ciò, accolgono tranquillamente il mistero più grande e inquietante, perché tutto per loro è incognita ed enigma. Recalcitrano dal vestirsi la mattina per uscire, per loro infatti non ha alcun senso, in casa fa caldo! Se non hanno fame perché dovrebbero mangiare alle h 13? Quindi perché spiegargli la malattia se non ce l’hanno? Perché dettagliare con scientismo pedante cosa è un virus? Un virus è un’entità occulta, un arcano, come un libro da aprire per la prima volta.
Possiamo però spiegare perché dobbiamo stare in casa: ecco finalmente qualcosa che interessa loro! Siamo in casa perché non possiamo uscire. E perché non possiamo uscire? Perché fuori si prende la tosse forte forte. I più grandi potrebbero preoccuparsi perché ce l’hanno avuta almeno una volta: lo faranno a maggior ragione se noi glielo comunichiamo con la faccia truce. Risparmiate ai bambini le vostre paure, sono frutto di tutto quanto detto poco sopra. E’ un processo di mentalizzazione adulto e sociale che a loro non tocca minimamente.
Chi di voi in casa propria ha paura? Nessuno. Il coronavirus non entra in nessuna delle nostre case, mai! Non ci passa neanche per la mente! Allora spegniamo il telegiornale catastrofizzante in presenza dei bambini, non parliamo con amici e parenti al telefono del contagio quando loro possono sentire.
Risulta un controsenso voler spiegare loro tutto dottamente e con posata flemma e coraggio mentre poi subito dopo ci paralizziamo davanti alle notizie urlate in tv. I bambini ci guardano, non guardano affatto il problema, guardano noi! Ed è imitando noi che crescono.
Farli crescere sereni e coraggiosi vuol dire anche sfruttare gli eventi come questo per dar spazio anche a noi stessi all’accettazione dell’ineluttabile e del mistero, di cui i bambini sono portatori… sanissimi!
Questo insegnamento, che ci porta la contingenza attuale, è da applicare anche e a maggior ragione se contraiamo la malattia, questa o un’altra, se muore qualcuno in famiglia. Lo stambecco muore sotto la valanga, probabilmente qualcuno del branco lo annuserà per un po’, poi andrà altrove.
Francesca Corbella