Potenziare l’attenzione

Frequentemente si legge di disturbi specifici dell’apprendimento e di deficit dell’attenzione che emergono alla scuola primaria. Ma negli anni precedenti come si è seminato il terreno educativo?
E’ molto importante realizzare degli obbiettivi di potenziamento dell’attenzione nei bambini 0-6 attraverso tappe graduali, che partono però tutte da un punto comune: la consapevolezza del soggetto educante. E’ importante infatti saper autovalutare la nostra disposizione personale prima di valutare la presunta incapacità del bambino e correre magari dagli specialisti.
Ecco di seguito un piccolo vademecum:
  • definire chiaramente lo spazio di lavoro e connotarlo di elementi concreti in modo che il bambino possa attingere alla propria esperienza diretta per comprendere;
  • richiamare il silenzio e l’attenzione su ciò che stiamo per fare con qualche stratagemma come “catturare i rumori” con le mani;
  • strutturare i tempi delle attività, la cosa fornisce al bambino la misura dell’organizzazione delle proprie risorse attentive e gli insegna a regolare il proprio comportamento;
  • prevedere delle pause: la capacità di mantenere l’attenzione è direttamente proporzionale all’età, più i bambini sono piccoli e minore è la tenuta della concentrazione. E’ meglio prevedere una pausa e poi riprendere, avendo cura che questa sia dettata dalla stanchezza del bambino e che non vada a interrompere il gioco;
  • usare un linguaggio chiaro e conciso per spiegare l’attività, avendo cura del messaggio che arriva dal linguaggio non verbale;
  • fornire una consegna alla volta e quando è esaurito l’interesse aggiungere un elemento nuovo;
  • porre attenzione al nostro tono di voce, se la abbassiamo anche i bambini si regoleranno e si creerà un’atmosfera di calma e concentrazione;
  • non mancare di riconoscere  l’impegno dei bambini e, per contro, utilizzare l’insuccesso come molla per proseguire e fare meglio;
  • introdurre sempre degli elementi “sfidanti” nel gioco, i bambini amano avere a che fare con un “compito autentico”;
  • partecipare con passione al gioco: se l’adulto gioca a sua volta “si vede che questa attività deve essere davvero interessante”;
  • non sovraccaricare i bambini di stimoli e non avere attese sovradimensionate rispetto alle reali capacità del bambino, l’eccesso di aspettativa o la richiesta perfezionistica genera frustrazione e certamente un calo dell’attenzione, talvolta persino permanente, può essere pericoloso tanto quanto la mancanza di interessamento;
  • infine, non utilizzare ausilii didattici come computer e video giochi ma la semplice presenza partecipante affettiva dell’adulto.