Pedagogia: Steiner incontra Pikler

Abbiamo preso parte al ciclo di conferenze formative dal titolo L’incontro della pedagogia di Rudolf Steiner con l’approccio di Emi Pikler, che si è svolto a Milano presso la Scuola Waldorf di via Pini dal 3 febbraio al 17 marzo.

I primi tre anni del bambino sono molto importanti per tutto il resto del nostro cammino terrestre. Si gettano le basi per uno sviluppo sano del corpo fisico e delle relazioni sociali. In questo ciclo di conferenze abbiamo visto quali sono i bisogni dei bambini di questa fascia di età sia a casa sia in una struttura d’accoglienza. E’ infatti in una struttura per orfani di guerra,  Loczy, a Budapest, che il pensiero di Emi Pikler (pediatra ungherese, Vienna 1902 – Budapest 1984) si è sviluppato, osservando i bimbi che venivano ben accuditi ma non nutriti affettivamente dalle bambinaie che li avevano in carico.

Il pensiero di Rudolf Steiner si incontra con quello di Pikler nel ritenere fondamenti dell’educazione e dell’evoluzione dell’uomo sin dalla tenera età, l’autonomia e la relazione, elementi formativi dell’unicità dell’individuo umano. Senza riconoscimento da parte dell’altro non c’è sviluppo: gli orfani di Loczy arrivavano a lasciarsi morire di deprivazione affettiva, si spegneva in loro ogni forma di motivazione e curiosità verso il mondo, di slancio vitale. Solo attraverso lo sviluppo delle facoltà sociali, tramite la relazione affettiva con l’adulto, il neonato sviluppa le facoltà cognitive. Solo attraverso il movimento e l’esplorazione dell’ambiente, predisposto perchè gli sia consono, il bambino sviluppa le facoltà fisiche e mentali.

Perciò Pikler sosteneva che la cura nella primissima infanzia deve declinarsi nelle seguenti fasi: la piena dedizione (presenza vera dell’adulto, tempi lenti), l’uso proprio delle mani del caregiver (nel contatto e accudimento corporeo), il contatto visivo, la comunicazione non verbale e verbale, l’importanza data al bambino.

Da qui la necessità di costruire alleanze per la formazione dei bambini, tra famiglia e agenzie educative, in una  prospettiva pedagogica olistica che considera la dimensione corporea e quella psichica senza soluzione di continuità.