
Pasqua, non solo cioccolato
La Pasqua che si avvicina non è solo uno stacco da scuola e lavoro, magari con un piacevole soggiorno esotico, non è solo uovo di cioccolato con la sorpresa, non è solo entertainment (consumo consumo consumo).
I bambini sono inclini alla spiritualità, vogliono dare senso alle cose e certamente, per quanto l’uovo e i doni possano piacere loro, cercano qualcosa che vada oltre. Se noi forniamo una risposta più alta della semplice occasione di svago i bambini ci restituiranno curiosità, interesse, domande che chiedono risposte. La Pasqua, come le altre ricorrenze cristiane (e prima pagane) offrono grandi spunti per questo. Vale la pena di utilizzarli, anche per la nostra stessa ricerca di sacralità.
Sulla storia dell’uovo di Pasqua e della colomba…

L’UOVO
La forma, la tonalità di colore, la perfezione dell’uovo, ne hanno fatto un elemento fondamentale di miti molto complessi. L’uovo, ancestrale simbolo di vita, ha percorso i millenni tra le civiltà della Terra offrendo insostituibili fonti d’ispirazione ad artisti e pensatori: basti pensare all’uovo “cosmico” che, presso alcune antiche civiltà, è posto all’origine del mondo.
Nella cosmologia egizia, ad esempio, il dio Ptah, creatore dell’uomo, è rappresentato mentre forgia un uovo. Sempre nell’antico Egitto, l’uovo come simbolo di vita è consacrato alla dea Iside. Il popolo dei Fenici usava come simbolo un serpente eretto con un uovo in bocca.
Si pensa che i primi ad usare l’uovo come oggetto benaugurante siano stati i Persiani che festeggiavano l’arrivo della primavera con lo scambio di uova di gallina. In Occidente questa usanza risale al 1176, quando il capo dell’Abbazia di St. Germain-des-Près donò a re Luigi VII, appena rientrato a Parigi dalla II crociata, prodotti delle sue terre, incluse uova in gran quantità. L’uso di regalare uova è collegato al fatto che la Pasqua è festa della primavera, dunque anche della fecondità e del rifiorire della natura. L’uovo è appunto simbolo della vita che si rinnova ed auspicio di fecondità.
Donate dagli antichi Greci, Persiani e Cinesi durante le feste di primavera, le uova erano presenti anche nella mitologia pagana, dove si legge dell’Uccello-Sole che si é schiuso dall’Uovo-Mondo. Secondo alcune tradizioni pagane, il Paradiso e la Terra sono state formate da due parti in un uovo. Siccome l’uovo é naturalmente il simbolo della resurrezione di Gesù Cristo si é ritenuto appropriato associarlo alla festa pasquale.
L’uovo è oggetto simbolico anche nella cultura cristiana. Nell’uscita del pulcino dall’uovo i primi cristiani raffiguravano un’espressiva simbologia della resurrezione di Cristo. Nelle tombe dei martiri a Roma si sono trovate uova simboliche di marmo. In seguito divenne un rito portare in chiesa le uova il giorno di Pasqua, perché fossero benedette: il legame delle uova con la Pasqua è divenuto sempre più forte, fino ad originare in tutto il mondo la grande tradizione dell’Uovo Pasquale di cioccolato.
L’uovo di Pasqua è venerabile, mentre le uova di cioccolato hanno un origine abbastanza recente, il vero uovo, quello decorato con colori e disegni ha un origine antica ed é simbolo della vita che continua e della resurrezione di Cristo celebrata in primavera.
LA COLOMBA
La colomba pasquale ha radici lontane, verso la metà del sesto secolo venne offerto ad Alboino, re dei Longobardi, che stava assediando la città di Pavia un pane lievitato dalla forma di ciambella. Gli ingredienti tuttavia erano molto poveri (uova, farina e lievito) rispetto a quelli di adesso, a cui è stato aggiunto burro, zucchero e canditi. Si deve, però alla Motta, negli anni Trenta, l’aggiunta della copertura di amaretti e mandorle. La forma a colomba è una scelta dettata non solo dalla simbologia, ma anche dalla stagione, la primavera.
La festa della Pasqua infatti in tutto il mondo è legata al risvegliarsi della natura e nasce come motivo di ringraziamento e di offerta; non a caso in tutte le Regioni si trovano elementi ricorrenti: le uova, le verdure di campo, l’agnello, il cioccolato ed i dolci a forma di colomba. Tutti questi ingredienti dei piatti pasquali hanno una storia secolare, tranne le uova di cioccolato che sono state inventate a Torino nel 1800 come raffinato sostituto del tradizionale scambio di uova di gallina, che rappresentava la fine del digiuno quaresimale.
Le leggende milanesi narrano spesso di dolci delle festività nati in tempi talmente lontani che è quasi impossibile sapere come davvero siano andate le cose.
Questo vale soprattutto per la leggenda del panettone, che ha tante versioni diverse, mentre la colomba di Pasqua ha origini, per quanto leggendarie, meno controverse.
Siamo nel VI secolo dopo Cristo, Milano è stata conquistata dal re longobardo Alboino da qualche tempo e già in città c’è la consuetudine di offrire omaggi al re in occasione della più importante festività cristiana. Bauli e gioielli, cibi pregiati e prodotti tipici dell’artigianato.
Prima di vedere i doni, il re volle assaggiare il cibo. Per quell’anno i milanesi, che si erano elegantemente agghindati alla maniera longobarda per ricevere il re, avevano preparato un nuovo dolce, che ricalcava la ricetta tradizionale del dolce milanese da cui nasce anche il panettone, ma che era stato arricchito di mandorle tostate e granella di zucchero. Il fornaio gli aveva dato una forma di colomba, il simbolo cristiano della pace in onore della Pasqua. Alboino ne fu conquistato e subito decretò che si sarebbe impegnato a far rispettare la colomba come simbolo di pace. Da allora la colomba è il dolce tipico della Pasqua.
La colomba nella cristianità è simbolo di pace e salvezza. Nella Bibbia si narra che Noè fece uscire per tre volte dall’arca una colomba che, alla fine, tornò da lui con un ramoscello d’ulivo nel becco segno evidente che la riconciliazione con Dio era avvenuta e il diluvio terminato.
In periodo pasquale questa connotazione salvifica viene ancora più accentuata proprio in relazione al sacrificio di Cristo.