Montessori – ha precorso anche Freud

Negli studi della Montessori c’è un settore specifico, poco conosciuto, relativo al neonato e alla primissima infanzia. I piccolissimi, i senza-parola (infanti, appunto) le apparivano all’epoca sottovalutati. Sussisteva infatti il pregiudizio che essi fossero un mero “fascio di sensazioni”, un “tubo digerente” e fonte di fastidi per gli adulti. Maria Montessori già nel primo Novecento ha messo in luce la ricchezza del neonato, le straordinarie potenzialità e capacità di autoregolazione che possiede, l’acuta ricezione sensoriale, il bisogno non rinviabile di stabilità, di continuità nelle relazioni e nei ritmi quotidiani: tenerezza e calma, calore e capacità di cogliere, osservando con rispetto le sue reazioni del tutto personali e soggettive.
Tutto questo che nei decenni a seguire ha trovato ampie conferme in importanti ricerche psicologiche e psicoanalitiche, ma ancor più nelle neuroscienze, ormai raggiunge anche la pratica del lavoro educativo dove c’è piena consapevolezza di un periodo imperdibile della vita umana, quello in cui si costruiscono, per il resto dell’esistenza, equilibrio emotivo e capacità relazionali. Nell’età che segue, dai 6 mesi ai 24, il bambino rivela inesauribili capacità di esplorazione, confronta e cataloga gli oggetti, si mette alla prova con audacia nei movimenti (esercitandosi di continuo dalla nascita) e con le parole (precedute da attento ascolto) e se ne impadronisce procedendo per continui, instancabili tentativi fino a esaurimento del relativo interesse. In tutte queste azioni è sempre molto assorto, in piena concentrazione, un comportamento delicato, facile da distruggere, di cui più tardi, negli anni di scuola, inutilmente rimpiangiamo la perdita.
Sul piano specificamente pedagogico e didattico, i principali elementi che caratterizzano la pedagogia ed il metodo Montessori sono i seguenti:

  1. l’affermazione delle potenzialità del bambino, la fiducia incrollabile nelle risorse dell’infanzia;

  2. il riconoscimento conseguente dell’esigenza di rispettare il bambino e le sue risorse interiori e, anzi, di valorizzarle attraverso un percorso di crescita che realizzi la sua autonomia nella libertà;

  3. un’istanza “escatologica”, per la quale la liberazione delle energie psichiche del bambino rappresenta la condizione indispensabile per una catarsi complessiva dell’umanità che passi anche attraverso il rinnovamento delle strutture sociali e l’eliminazione delle disuguaglianze;

  4. il fondamento psicodinamico della concezione montessoriana del bambino e dell’uomo stesso. L’attenta considerazione che la Dottoressa rivolse al movimento psicoanalitico freudiano e adleriano (vedine l’evidenza ne Il segreto dell’infanzia), rivela l’originalità della prospettiva montessoriana, al di là delle ingenerose critiche di coloro (e furono tanti dai primi del Novecento) che rimproverarono alla Montessori una carenza “teoretica” nel suo metodo.

  5. La pedagogia montessoriana fu una delle più vere espressioni della scuola attiva, legata per la verità solo da vincoli di vicinanza all’organizzazione delle scuole nuove, di cui non fece mai organicamente parte, ma indubbiamente ne fu partecipe sul piano dei motivi ispiratori e delle realizzazioni pratiche.

E’ impossibile racchiudere in pochi tratti l’insieme delle posizioni montessoriane ma possiamo ricordare ancora il grande successo riscosso dal movimento nel mondo intero (sicuramente più all’estero che nel suo paese d’origine), la sua consonanza con ideali portatori delle istanze di pace e di progresso sociale, il suo credo nel rinnovamento della società attraverso la scuola. Si può affermare inoltre che la maggiore peculiarità del movimento montessoriano è proprio la fede nel bambino “padre dell’uomo”, nella possibilità di migliorare il mondo facendo leva sulle caratteristiche innate nel bambino, l’amicizia, la grande capacità di assimilare creativamente dall’ambiente circostante stimoli e suggestioni. Maria Montessori ha approntato un metodo fondato sulla cura e sull’ordine dell’ambiente, sull’auto apprendimento, sulla didattica scientifica, in grado di consentire al bambino il massimo sviluppo personale, senza imposizioni da parte dell’adulto. In questo sta veramente una delle massime espressioni di scuola attiva e di rinnovamento educativo che siano mai state realizzate nel corso del nostro secolo.