MARIO LODI

Il 17 febbraio 2022 è ricorso il centenario della nascita di Mario Lodi (1922-2014), uno dei maestri protagonisti del rinnovamento pedagogico in chiave democratica della scuola italiana degli anni 60 e 70,  esponente del Movimento di Cooperazione Educativa, Lodi ha condensato i capisaldi della propria innovativa esperienza didattica all’interno dei due diari C’è speranza se questo accade al Vho (1963) e Il paese sbagliato (1970), divenuti nel corso del tempo due punti di riferimento per chi ritiene che la scuola debba trasmettere una solida cultura democratica educando a pace, giustizia e uguaglianza.

Lodi è stato anche uno dei più importanti autori di libri per bambini e ragazzi del secondo Novecento: il suo Cipì, pubblicato per la prima volta nel 1961, è ormai considerato un classico, tradotto in molte lingue e stampato ancor’oggi con successo da Einaudi Ragazzi.

Ha fondato a Drizzona (CR),  la  Casa delle Arti e del Gioco nel 1989, che ancora oggi opera e che ha riunito diversi intellettuali a lui vicini, che hanno celebrato con diversi eventi la sua scomparsa.

Mario Lodi nasce a Piadena (CR) il 17 febbraio 1922 e si diploma maestro all’Istituto magistrale di Cremona nel 1940, il 10 di giugno, giorno dell’entrata in guerra dell’Italia.

Vive la guerra e la prigionia.

Nel 1948 è nominato maestro di ruolo a San Giovanni in Croce, dove scopre le capacità creative dei bambini e la sua incapacità di maestro. Incontra i maestri del Movimento di Cooperazione Educativa, grazie a loro conosce il metodo e le tecniche Freinet che cambiano il suo modo di fare scuola. Partecipa al Movimento per tutta la vita e ne diventa Presidente onorario negli ultimi anni.

(Célestin Baptistin Freinet (Gars15 ottobre 1896 – Saint-Paul-de-Vence8 ottobre 1966) è stato un pedagogista e educatore francese, fautore della pedagogia popolare. È la proposta di fare riferimento alla vita reale nell’impostare l’attività didattica, sia per quanto riguarda gli strumenti, che per quanto riguarda i metodi di lavoro. Freinet cercava di riprodurre i meccanismi con i quali i bambini imparano, ad esempio, ad andare in bicicletta (altro strumento che negli anni trenta e quaranta conservava ancora un aspetto di “tecnologia avanzata”, insieme ad un fascino indiscutibile sui ragazzi), procedendo sostanzialmente per tentativi ed errori.

La struttura cooperativa, necessaria per gestire l’École Freinet[1], viene utilizzata per rendere i ragazzi compartecipi dei problemi, anche finanziari, legati alla gestione della loro attività, permettendo loro di costruirsi un sistema di valori che comprendeva il rispetto del bene comune e la costruzione del senso di gruppo.

Secondo Célestin Freinet con l’apprendimento della lingua secondo il metodo naturale il bambino impara a scrivere e a leggere procedendo per tentativi sperimentali allo stesso modo di quanto avviene per l’apprendimento di tutte le altre abilità come per esempio parlare o camminare. Ripetendo i comportamenti che portano a risultati soddisfacenti il bambino li rinforza e li apprende sempre meglio, affina la propria tecnica, parte da un gesto casuale e giunge a un altro intenzionale, mosso da un istinto naturale al progresso, al perfezionamento e dalla tendenza ad allinearsi agli altri.)

Tornando a Mario Lodi, nel 1956 ottiene il trasferimento alla scuola elementare di Vho di Piadena, suo paese natale dove insegna per ventidue anni, fino alla pensione.

Alcuni libri raccontano questa sua lunga avventura educativa: C’è speranza se questo accade al Vho (1963), Il paese sbagliato (1971), Insieme (1974), Il mondo (1979)

Nell’estate del 1963 si reca a Barbiana dove incontra don Lorenzo Milani e i suoi ragazzi.

Dal 1970, per dieci anni, dirige la Biblioteca di Lavoro che produce 127 libretti.

Nel giugno 1978 va in pensione e inizia altre attività nel campo educativo.

Nel 1983 nasce A&B (poi Il giornale dei bambini), un giornale interamente scritto e illustrato dai bambini.

1989 Laurea honoris causa in Pedagogia, Università di Bologna.

1989 Premio Internazionale LEGO. Con i proventi del premio fonda in una cascina a Drizzona (CR), la Casa delle Arti e del Gioco.

2000 Membro della Commissione ministeriale per il riordino dei cicli scolastici.

2004 Cavaliere di Gran Croce, Presidente della Repubblica Ciampi.

2006 Premio Unicef 2005 dalla parte dei bambini.

Muore il 2 marzo 2014 nella sua casa di Drizzona