LETTURA AD ALTA VOCE E ATTIVAZIONE CEREBRALE

Numerosi studi hanno dimostrato come la lettura genitore-figlio sia capace di migliorare il linguaggio orale nei bambini e la comprensione dei concetti espressi con la parola scritta, mentre gli effetti sul cervello sono oggetto di ricerche recenti. In un recente studio è stata evidenziata la relazione tra esposizione alla lettura in famiglia e l’attività cerebrale. Allo scopo è stato utilizzato il metodo della Risonanza megnetica funzionale, che ha mostrato un’attivazione significativamente più elevata nelle aree all’interno della corteccia cerebrale associativa sinistra, un’area che consente l’immaginazione mentale e l’estrazione di significato (elaborazione semantica), ovvero la comprensione narrativa, una componente fondamentale dell’alfabetizzazione emergente.

Negli ultimi due decenni viene sempre più utilizzato il concetto di emergent literacy (alfabetizzazione emergente) per riferirsi allo sviluppo delle competenze necessarie alla lettura e alla scrittura che possono essere sollecitate precocemente nel bambino.  La pratica costante della lettura ad alta voce può quindi arrivare sino a modellare il cervello in via di sviluppo favorendo l’emergente alfabetizzazione (Hutton 2015).
Molto rilevante risulta il ruolo dell’istruzione e della prescolarizzazione che possono svolgere una funzione sostitutiva o integrativa rispetto alla lettura in casa, specie nella primissia infanzia al Nido e alla Scuola dell’Infanzia.
La lettura quotidiana ad alta voce costituisce allora, a tutti gli effetti, un fattore aumentativo delle probabilità di successo formativo e un utile approccio per colmare svantaggi sociali o culturali.