L’AMORE

di Francesca Corbella

L’amore è un sentimento totalmente indipendente, volontario, consapevole, a differenza dell’odio che può prestarsi alla manipolazione e all’istigazione contro un capro espiatorio. Ma come l’odio, anche l’amore ha diverse sfumature, alcune delle quali – che sono falso amore – sono ugualmente soggette alla persuasione, alla propaganda e ad essere utilizzate per fini altrui, diversi dallo scopo dell’amore vero che è di esclusivo appannaggio di chi lo prova, differente da individuo a individuo.

Questo sentimento coinvolge su piani diversi tante categorie: madre, padre, parenti, figli, amici, nemici, adulti, bambini, innamorati, mariti, mogli, cani, gatti…
Ma l’amore comprende altresì un vasto excursus di emozioni: gioia, dolore, apprensione, gelosia, speranza, fede, rancore, rabbia, frustrazione, entusiasmo, continuità, completezza, pazienza, coraggio, sfida ecc. E tanti predicati verbali: piacere, soddisfare, dare, avere, possedere, cambiare, provare, sperimentare, imparare, attendere…
 
Amore non significa elargire indiscriminatamente, e tantomeno seduzione fisica. Non significa rendere schiavo qualcuno. Non ha nulla a che fare col possedere i propri soggetti amati, i figli per es. o l’amante.
L’amore è indefinibile, è liquido, ma se lo volessimo definire diremmo che è la dimora dell’anima.
E l’anima si colloca qui al centro del petto, se proviamo un forte sentimento amoroso sentiamo che il luogo centrale del sentire umano si scalda, vibra, il cuore è un tempio sacro, da cui si irradia in tutto il corpo ciò che proviamo nella mente. L’amore unisce i due emisferi, fisico e spirituale. E quando ciò accade è un momento di dolcezza straordinaria in cui si è contemporaneamente rivolti al proprio interno e al proprio esterno, verso l’oggetto d’amore. Il mistero dell’amore sta in questa dimensione cosmica.
 
L’amore ha anche la caratteristica di azzerare il passato e immergerci totalmente nel presente. Laddove c’è amore c’è presente, quando siamo invece nell’aspettativa e nell’illusione non c’è amore ma c’è proiezione dei bisogni, e allora lì siamo nel futuro, nell’attesa ansiogena. L’amore basta a sé stesso, è una dimensione globale di benessere che sussiste a prescindere dal possesso o dalla conquista dell’oggetto amato. E’ un bene che riempie il cuore di chi lo sa provare in modo autentico.
 
Molto frequentemente si confonde l’amore col bisogno. E in questi casi la relazione d’amore termina con la fine del bisogno. Io raggiungo il mio obbiettivo di soddisfazione affettiva o sensuale e la persona cui indirizzo la mia attenzione scompare con la soddisfazione di questo bisogno. Non amo quindi quella persona ma la utilizzo. E questo è un processo di “abbaglio relazionale” molto frequente. Molti matrimoni falliscono per questo. Per cui si inizia a non accettare l’altro per come è ma si  pretende che sia come il nostro bisogno o desiderio vuole configurarlo, lo vogliamo incasellare nel nostro pacchetto. Questo approccio porta presto alla mancanza di riconoscimento quindi all’infelicità e alla solitudine. E a cercare nuove vie per soddisfare un altro bisogno che si è creato. Ecco perchè tante persone si trovano un’amante.
 
C’è un tipo d’amore che è un grande tranello è l’amore romantico. Questo tipo di amore pubblicitario, perfetto, idealizzato, non esiste. E’ l’antitesi dell’amore che è inclassificabile e insondabile: l’amore romantico è un rotocalco, è un’operetta, un concentrato di stereotipi, quindi non ha nulla a che fare con l’imprevedibilità, l’universalità e il mistero dell’amore. E’ estremamente facile, chi non ha desiderato nella vita di incarnare Biancaneve o il Principe Azzurro? Quale donna non sogna l’uomo forte, bello, coraggioso da impalmare con tanto di plauso collettivo? E quale uomo non desidera di accompagnarsi con la più bella del reame?
Vedete che è tutto posticcio. Non a caso la forte influenza di questi impalpabili e sempiterni sogni adolescenziali è stata cavalcata come cavallo di battaglia da tutte le pubblicità.
Anche la politica è fatta di falsi miti sull’amore, principe tra tutti quello della carità. Se Dio è amore, quindi è dare e non prendere, la carità come la politica la professa oggi è una faccia del bisogno di sentirsi morali, giusti, espiati. Non è l’amore di Gesù. E’ altra cosa. L’ amore è dare e non prendere, un certo tipo di generosità veloce, come quella del sms solidale per intenderci è quanto di più egoistico esista: non ti costa niente, né denaro, né tempo, né sforzo, né impegno ma ti assolve al 100%. Che amore è? Ecco la prova del 9: non è amore perché non sposta la tua vita di una virgola. Mentre l’amore è una rivoluzione globale. Chi ama è pronto e felice di cambiare radicalmente, il cambiamento non gli pesa perché molla tutti gli attaccamenti, non si accorge di cambiare perché prova solo felicità amorevole nel vedere che l’oggetto amato è felice.
Dio è amore perché dà la vita. L’amore è vita semplicemente. E in questa vitalità si rinnova continuamente, è trasmissivo perché se siamo accanto ad un soggetto innamorato ci illuminiamo semplicemente, e senza fare nulla, di energia buona generativa di vita. E’ come ridere, se siamo accanto a chi ride di gusto ridiamo pure noi!
Questo tipo di amore è assolutamente libero e non coercibile. La politica, le religioni, il potere, odiano questo amore perché non lo governano. E’ l’amore che sgorga come una sorgente pura nella mente dei bambini. Avete sentito un bambino ridere? Nessun adulto ride come un bambino, ecco quella è la stessa sorgente dell’amore vero, è cristallina! Ha anche una natura trascendentale. L’amore riattiva il principio divino nell’uomo.

Il nostro tipo di società oppone una natura essenzialmente distruttiva all’amore che è sempre costruttivo. L’amore ci è sconosciuto a tal punto che lo temiamo più di ogni altra cosa. Se incontriamo una persona che ci fa innamorare mettiamo subito dei paletti: è così e dovrebbe essere cosà, se fosse, se avesse… creiamo difficoltà, disuguaglianze, impedimenti materiali (è troppo basso è troppo alto, non è abbastnza ricco, ha studiato troppo poco, ignorando che l’amore produce prodigi ovvero nasconde agli occhi i difetti fisici, anzi sono proprio questi che amiamo moltissimo, dettagli di imperfezione che ci fanno tenerezza, e come poi se l’aver studiato o non studiato fosse irreversibile e non modificabile. L’amore modifica tutto. Provoca affezione grazie alle sfumature più impensate.
Ed è travolgente, pura gioia magnetica che spinge verso un obbiettivo: pensate che Napoleone o Alessandro Magno non fossero mossi da amore? Pensate che Lorenzo il Magnifico o Papa Woitila non fossero mossi da amore? Vi sbagliate, al fondo dei grandi uomini c’è sempre stata una forma di amore, un dare. Interi regni sono sorti e grandi imperi sono crollati sotto il segno dell’amore. E’ oggi che si stenta a trovare questo: infatti gli uomini non sono più grandi Uomini! Il potere conquistato da Napoleone passava per l’amore verso i suoi soldati, per il patriottismo, in qualche modo un sentimento concepito e consolidato nel dare. Oggi invece c’è la rincorsa al potere come puro calcolo dell’avere, come pretesa e opportunismo.

L’amore è umanità nel dare che sboccia liberamente senza lacci e offre sempre la ragione per combattere per qualcosa.