LA PEDAGOGIA MUSICALE

Dal tempo degli antichi Greci si è associato il ritmo musicale/sonoro al movimento, un’associazione naturale per l’essere umano che in ogni cosa ricerca l’equilibrio delle sue diverse parti. Nei bambini questo istinto è molto forte e nell’ “Arte delle Muse”, come la definiva Platone, essi trovano la sintesi più efficace per crescere. Musica e movimento = equilibrio = linguaggio = sviluppo olistico della persona.

Ecco perchè insegnare musica ai bambini anche piccolissimi rimanda alla fase organica della gravidanza e al suo equilibrio perfetto dalla valenza formativa totale.

Jean Dalcroze ha studiato con la sua euritmia la ripetizione di ritmo e danza in qualità di rassicurazione e di apprendimento sicuro e armoniosamente progressivo. Il movimento è insito nel corpo a livello muscolare, i suoni vanno a stimolare la mente. La musica è anche un aforma di socializzazione, espressione di sè nel gruppo con la consapevolezza corporea del proprio peso, spazio, gestualità personali e fantasiosi. Ci si può muovere con ogni suono dal tictac dell’orologio al battito delle mani o del tamburo. Tutto è ritmica intorno a noi.

Carl Orff ha messo a punto uno strumentario molto efficace da distribuire ai bambini seduti in cerchio; lo studioso musicologo lavora molto sulla coordinazione del singolo in rapporto al gruppo ovvero del singolo strumento usato a tempo con gli altri, uno alla volta o tutti insieme, suonato forte o piano, lentamento o velocemente, con lo stop and go, ecc. Orff promuove il fare musica attivamente attraverso l’esperienza diretta e non l’insegnamento impartito dall’alto. I bambini scoprono i suoni e piano piano li armonizzano in un gioco musicale che va dal suono primitivo al più complesso.

Ciò è presente anche nella tecnica della body percussion: suonare il proprio corpo percuotendolo con le mani, con i piedi con il soffio con le braccia che “volano” in aria, sui suoni fonici come riso, tosse, starnuto ecc.), il cantare le vocali ad alta voce o bassa, ridendo, piangendo, con tono triste, allegro ecc. Lo strumentario affina la coordinazione oculo-manuale, il movimento abbinato ai suoni lavora anche sulla costruzione dell’identità personale.

Disse la sua sull’importanza di offrire uno strumentario adeguato al bambino anche molto piccolo, Maria Montessori: alla nascita il bambino è al culmine dell’attitudine musicale e della capacità di apprendimento della musica, che vanno coltivati successivamente. E’ alla nascita che si manifesta quello che lei chiamava Hormè (dal greco forza evolutiva) Kan (dal giapponese istinto musicale). Lo sviluppo senzomotorio è legato all’ascolto. Infatti lei inventò le Scatole del suono: tubetti abbinati a due a due, con coperchio, dove sono riposti semi di diversi pesi e grandezze in modo che producano suoni differenti in un asorta di memory sonoro che il bambino deve riconoscere. Anche le Campane Montessori sono campanelle abbinate a due a due da riconoscere o da disporre e far suonare in successione dal suono basso all’alto. Al Nido come a casa si può predisporre un Cestino degli strumenti dove il bambino attinge e gioca liberamente.

Shinichi Suzuky, violinista e pedagogista musicale disse che occorre lavorare sul bambino agendo sull’ambiente in modo che il bambino abbia a disposizione un ventaglio di stimoli il più ampio possibile incentrato sul gioco musicale. Il legame coi genitori è un veicolo molto forte per l’apprendimento quindi lui organizzava laboratori genitori e figli per rafforzare, proprio attraverso la musica, la relazione primigenia, la cui espeerienza positiva rafforza nel tempo l’imprinting musicale.

Abbiamo poi il metodo Zoltan Kodaly , musicista e compositore, che utilizza soprattutto il canto corale, attraverso canzoni mimate o drammatizzate, per sviluppare oltre all’orecchio anche le capacità mnemoniche, che vanno sempre insieme alle capacità motorie, e la cooperazione, la concentrazione, l’attenzione.

Il molto conosciuto metodo Edwin Gordon, fondatore della Music Learning Theory, è anch’esso basato su movimento del corpo, passi, ritmo, suono.

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