Ikebana a scuola

L’Ikebana a scuola è un progetto realizzato con i bambini della sezione Infanzia nel mese di maggio, con l’obbiettivo pedagogico di dar loro l’idea della cura, dell’attenzione, della ricerca di significato e della bellezza pura.

L’Ikebana è l’arte antica giapponese della composizione floreale a scopo simbolico, mistico e ornamentale.

Il termine  in giapponese significa letteralmente “fiori viventi” e proviene dall’unione di due parole: ike, lasciare in vita, e bana, fiore.

La storia di questa disciplina artistica viene fatta risalire al VI secolo d.C. Le sue origini vanno rintracciate in India e in Cina. Si diffuse in Giappone solo più tardi, dove prese piede in misura maggiore.

Si trattava di una forma di arte praticata inizialmente solo dai nobili e dai monaci buddisti. Solo con il tempo raggiunse anche le classi sociali più modeste. Era per lo più legata alla religione buddista, tanto che si utilizzavano sempre rami tendenti verso l’alto, per rappresentare la spiritualità.

Dietro alla pratica di questa disciplina vi è tutto un mondo filosofico. Si tratta di una vera e propria dedizione nei confronti della Natura, una sorta di devozione spirituale che consente all’Uomo di recuperare un rapporto più intimo con se stesso e con il mondo circostante.

Per la realizzazione delle composizioni di ikebana, possono essere utilizzati tutti gli elementi del mondo vegetale, non solo fiori, e tutto mira al valore estetico. Nella disciplina giapponese della disposizione dei fiori tutto invece deve simboleggiare senso di equilibrio e di armonia, in accordo con l’ambiente circostante. Per questo si studiano colori e forme, si crea una danza in grado di suscitare sensazioni e sentimenti.

Nonostante la possibilità e l’invito a lasciare spazio alla propria creatività, una composizione deve comunque rispettare alcune regole.

Si parte sempre dal vaso, che può essere di ceramica o altro materiale, ma anche un elemento naturale come un tronco d’albero, un pezzo di legno o una pietra. Per tenere i vari elementi in posizione, si può usare una mattonella di mousse artificiale, di quelle per creare bouquet o un pezzo di legno forato.

La tradizione permette di utilizzare rami, fiori, foglie ed erba. Tutto però deve essere naturale e di stagione. Per semplificare è  meglio sceglierli di stagione: nodosi rami di ciliegio, mandorlo o nocciolo e alcuni bellissimi fiori a grande corolla. Si può sostituire i rami con fogli di vario tipo e forma, dalle diverse texture e altezze, da comporre in modo personale.

L’elemento dominante è sempre il triangolo: questo significa che deve esserci un raccordo di vertici, ciascuno dei quali ha uno specifico significato.

  • Lo stelo più alto rappresenta il Cielo (Shin), ed è l’elemento chiave e principale dell’intera composizione.
  • Lo stelo di media altezza rappresenta invece l’Uomo (Soe) e generalmente ha una lunghezza pari a 2/3 dello stelo più alto. Va sistemato sempre in maniera inclinata, tendente verso il Cielo.
  • Infine c’è lo stelo più basso, rappresentante la Terra (Hikae). Questo va sistemato davanti agli altri due o in posizione completamente opposta.

Occorre poi rispettare tre dimensioni:

  • profondità
  • spazio
  • asimmetria

Le piante, inoltre, sono scelte in base al messaggio che si vuole trasmettere; ad esempio, il bambù simboleggia la prosperità, mentre i fiori di pesco sono un inno alla femminilità.