IDENTIFICAZIONE PRECOCE DEI DSA, UN DIRITTO TROPPO SPESSO NEGATO

Prenderemo parte il 10 ottobre, a Varese, all’incontro formativo sui disturbi specifici dell’apprendimento organizzato dall’Università degli Studi dell’Insubria.
L’analisi dei DSA e dei BES, bisogni educativi speciali, come degli ADHD, deficit dell’attenzione e iperattività, sono oggetto di grande attenzione attualmente… Prendiamo le distanze dalla smania dell’iperdiagnosi cui assistiamo da almeno un decennio, che corre il rischio di individuare morbosamente dei disturbi nella prima infanzia. Consideriamo infatti che il bambino da zero a 6 anni ha un andamento di crescita a “passo di gambero” o a zigzag, che lascia a volte sorpresi per i suoi avanzamenti rapidi, in termini di autonomia e velocità negli apprendimenti, e per contro retrocessioni a livelli quasi neonatali. Il bambino piccolo ha bisogno nei primi anni di vita di cimentare i traguardi raggiunti, deve potersi “fidare” dei propri risultati, come se saggiasse la solidità dei gradini su cui andrà a compiere il prossimo passo. Quindi non abbiamo fretta di inquadrare il bambino in una griglia di sviluppo per tappe standardizzate, ciascuno ha tempi differenti.
L’osservazione e la formazione sono però doverose da parte degli operatori dell’infanzia, perchè altro è rispetto allo sviluppo altalenante il constatare un’effettiva criticità e correre ai ripari con le giuste misure e precauzioni. A tal fine la scuola può essere un buon alleato per le famiglie, purchè non si sostituisca ad altri specialisti ma si ponga semplicemente come supporto verso il percorso migliore da intraprendere, che parte dalla consapevolezza.