I BAMBINI GIFTED

di Francesca Corbella

La pedagogia moderna è molto impegnata nel riconoscere ai bambini le loro qualità, dopo decenni in cui al bambino non veniva riconosciuto nemmeno un ruolo di soggetto di diritto legislativo. Sono nate così diverse definizioni per inquadrare tipologie di caratteri, predisposizioni e personalità. Abbiamo già visto i bambini altamente sensibili, oggi vediamo i cosiddetti “bambini gifted”, o iperdotati.

Già durante la scuola dell’infanzia i bambini superdotati manifestano delle peculiari risposte al contesto. Emerge fin da subito una predisposizione ad apprendere che non richiede alcun tipo di intervento da parte dell’adulto, infatti spesso è sufficiente per loro l’esposizione all’ambiente e al materiale, la regia in questo caso deve essere bene orchestrata dalla scuola, per favorire l’interesse di questi bambini e sortire un apprendimento efficace. I bambini gifted sono più avanti dei coetanei di un paio d’anni; riconoscono le lettere e le parole, hanno un’alta capacità di intendere il linguaggio non verbale e arrivano subito a comprendere il messaggio. I gifted sono molto abili in tutte le materie, sono competenti nella verbalizzazione e nella motricità. Sono bambini in grado di apprendere  a un’età molto precoce rispetto ai coetanei e di progredire con rapidità in specifiche aree. Non hanno difficoltà a comprendere concetti complessi e necessitano di poco esercizio. A volte però risultano insofferenti delle lentezze altrui, si spazientiscono e sono irrispettosi dei compagni, si annoiano.

Inoltre se gli apprendimenti di questi bambini sono troppo spiccati, si creano delle discrepanze nel gruppo di pari, tanto che molte maestre dicono loro che sono troppo piccoli per – ad esempio – imparare a leggere, e cercano di uniformarli alle prestazioni degli altri bambini per non avere un gruppo disomogeneo.

La curiosità di questi bambini fa sì che essi pongano continuamente domande che richiedono spiegazioni dettagliate, con il rischio di “disturbare” la classe.

Se gli adulti non riconoscono la iperdotazione cognitiva e non intervengono con situazioni di inclusione il rischio è che il disagio di questi bambini si trasformi addirittura in comportamenti problematici o in isolamento.

Questi bambini mostrano spesso una capacità di astrazione e concettualizzazione e sintesi molto sviluppata. Sono più abili nella costruzione e nella manipolazione di concetti astratti la loro capacità immaginativa è fuori dal comune e li porta spesso a narrare storie e realizzare prodotti artistici molto creativi. A scuola tendono ad essere assorbiti totalmente da attività e pensieri, tanto da isolarsi completamente da ciò che li circonda.

Si ostrano in grado di analizzare materiale complesso con estrema facilità, cogliere prontamente relazioni di causa-effetto, percepire rapidamente somiglianze, differenze e anomalie, porre particolare attenzione ai dettagli. Sono in grado di collegare concetti e apprendimenti in una sequenza logica e di cogliere in fretta ed elaborare principi di base insegnati a scuola. Possiedono dimestichezza verbale assai superiore ai pari, si esprimono con proprietà di linguaggio.

Uno dei tratti distintivi di questi bambini iperdotati è la capacità di leggere: essi sono infatti particolarmente attratti dalla parola scritta su libri, mappe, cartelli in generale, tanto da acquisire molto velocemente l’abilità di interpretare e dare un suono ai segni. Non tutti i bambini gifted tuttavia imparano a leggere prima di frequentare la scuola primaria e non tutti i bambini che leggono a 5 anni sono gifted! Un indicatore significativo è il fatto che questi bambini imparano a leggere in autonomia, senza che l’adulto glielo insegni!

La memoria è un ulteriore segno distintivo di questo carattere congenito, che si mostra in grado di contenere un gran numero di informazioni e di processarle in modo molto sofisticato, in particolare se il materiale di studio è di interesse del soggetto.

In generale questi bambini provano grande piacere nelle attività intellettuali, amano imparare cose nuove, tendono a esaminare ciò che è inusuale e sono altamente curiosi del mondo. Presentano una motivazione intrinseca per l’imparare , lo scoprire e l’esplorare, e spesso sono molto caparbi nella ricerca dell’obbiettivo. L’alto livello di motivazione si esprime in particolare nello svolgere compiti di loro interesse in autonomia, traendo piacere dal fare nuove scoperte e dalla risoluzione di problemi complessi, hanno infatti ciò che si definisce un alto livello di problem solving, che si manifesta in ragionamenti inusuali per l’età e attraverso una maggiore flessibilità e rapidità di esecuzione dei compiti e di selezione delle strategie di volta in volta diverse e adeguate al problema.

Come trattare in classe questi bambini? Sicuramente non vanno isolati o presi in antipatia, se manifestano di sapere più degli altri, non è per supponenza o arroganza che alzano sempre la mano ma perché effettivamente hanno conseguito un sapere superiore. Bisogna far loro capire che esistono anche altri livelli, altri tempi in cui anche gli altri bambini arrivano a comprendere e vanno rispettati. Non è necessario far intendere loro che sono superiori, altrimenti si arrecherebbe loro un grave danno di isolamento dal gruppo dei pari. Si può invece utilizzare questo loro sapere al servizio del gruppo, lavorando sulla cooperazione. Si può porre loro delle domande per arrivare a dei postulati sui fenomeni per esempio. Si può dar loro delle consegne alte a cui agganciare poi il lavoro degli altri, in modo da stimolare i gifted senza però far loro mancare il concetto che è importante il lavoro dell’intera comunità scolastica con i vari livelli di apprendimento. Si può affiancare un iperdotato ad un bambino più immaturo o più piccolo per dare al primo la responsabilità dell’accudimento del secondo, motivando così entrambi.

Il bambini plusdotato non è da considerarsi un genio, e soprattutto non è un genio di “riflesso” di genitori narcisisti. Occorre infatti gestire questi bambini per non farli sentire diversi dagli altri. Non è importante infatti per un bambino sentirsi “di più”, ma è piuttosto più importante sentirsi “parte”.

Essere iperdotati è un dono e non è una conquista e i bambini hanno bisogno di conquiste! Ovvero del giusto humus dove le potenzialità possano esprimersi.

Infatti il potenziale da solo non basta, è come una pianta che se non annaffiata ed esposta al sole, non darà mai i suoi frutti. Per far emergere le sue capacità e risorse, e raggiungere alti livelli prestazionali, il bambino iperdotato deve essere correttamente supportato e gli vanno offerte le giuste opportunità. La mancanza di questi elementi, nei casi più estremi,
può condurre anche alla perdita del potenziale o ad un appiattimento, ad atteggiamenti di rinuncia, con conseguente riduzione delle abilità.
Pertanto è bene considerare la plusdotazione non come un tratto fisso e costante ma
piuttosto, come una caratteristica che tende a modificarsi nel tempo, raggiungendo eccellenze o viceversa affievolendosi fino a livelli medi.
A fare la differenza sono le opportunità di messa in gioco e sviluppo del potenziale fornite al bambino, che devono essere ponderate e pensate per il singolo soggetto.

Dotato di creatività, spesso ha idee strane e bizzarre, affermazioni e azioni fuori dagli schemi, risposte a quesiti e problemi inusuali e a volte addirittura innovativi.
(ad esempio a 3 anni mostrano una chiara percezione del tempo), a pensare in modo deduttivo e trarre inferenze da ciò che osservano, possono, per esempio, magari già a 2 anni, osservare dove compare e scompare il sole e chiedono se sia la terra a girare o il sole.

Dal punto di vista emotivo e relazionale vivono spesso i sentimenti con grande intensità, esprimendo le proprie opinioni con enfasi e ampio coinvolgimento personale, hanno grande senso dell’umorismo, sono perfezionisti e preferiscono la compagnia e il confronto con gli adulti piuttosto che con i loro coetanei, con cui manifestano il più delle volte senso di noia.

Possono essere cattivi ascoltatori, a volte non riescono a gestire il tempo ed organizzarsi, vivono un senso di giustizia alto, che li conduce molte volte ad eccedere nelle polemiche. Possono essere fortemente individualisti e mostrano difficoltà nel collaborare e condividere. Non tollerano l’inattività e la mancanza di sfide, si annoiano spesso e
velocemente, sono eccessivamente critici.

A volte è evidente lo squilibrio tra lo sviluppo cognitivo e quello emotivo e relazionale. In queste situazioni il funzionamento sociale del bambino può essere compromesso, con ripercussioni sul comportamento e l’autostima, offuscandone il potenziale.
Per esempio possono sembrare bambini che si distraggono facilmente, ma se interrogati sanno esattamente cosa è stato appena spiegato, possono disturbare in classe con atteggiamenti iperattivi o comportamenti provocatori o al contrario sembrare apatici.
Accanto a queste difficoltà, che derivano in modo diretto dalle loro maggiori abilità rispetto ai pari, ci sono quelle derivate da un conteso che non sempre è in grado di cogliere il loro bisogno o non è pronto a sostenere la velocità dello sviluppo e della crescita delle potenzialità.

Ecco perché il riconoscimento precoce di queste peculiarità da parte di genitori, insegnanti e contesto sociale, è fondamentale!

Studi sui gifted sono stati condotti da Keating, 2009; Sternberg, 2011; Pfeiffer, 2012; ZANETTI M.A. (2017) Bambini e ragazzi ad alto potenziale, Carrocci ed.