CYBERBULLISMO, QUALI CONSEGUENZE
da Leonardo Povia, pedagogista, insegnante, formatore
Il bullismo online è una forma di disagio relazionale, di prevaricazione e di sopruso perpetrata tramite i nuovi mezzi di comunicazione come i blog, gli smartphone, i social media, non comporta pertanto violenza o coercizione fisiche.
Nelle comunità virtuali il cyberbullismo può essere di gruppo. edi solito le ragazze sono vittime più frequentemente dei ragazzi, spesso con messaggi a sfondo sessuale. Solitamente il bullo agisce nell’anonimato, più raramente invece non si preoccupa di nascondere la propria identità.

Rispetto al bullismo tradizionale, l’uso dei mezzi elettronici conferisce al cyberbullismo alcune caratteristiche proprie:
il molestatore resta anonimo, ma in realtà è illusorio poichè ogni comunicazione elettronica lascia traccia, ma la vittima dificilmente da sola riesce a risalire all’autore delle molestie;
la reperibilità dell’aggressore è difficoltosa, se il cyberbullismo avviene via whatsapp o mail o in un forum online privato è difficile porvi rimedio;
le regole morali vengono meno, nei giochi di ruolo per esempio avviene uno sdoppiamento della personalità per cui le regole etiche vengono ignorate, le persone online dicono e agiscono come non farebbero nella vita reale;
decadono i limiti spaziotemporali, mentre il bullismo tradizionale avviene di solito in luoghi e momenti specifici (contesto scolastico), il cyberbullo agisce contro la vittima ogni volta che si collega al web.
Dalle ricerche emerge come sia un fenomeno che in costante e preoccupante aumento andando di pari passo con l’enorme sviluppo delle nuove tecnologie.
Le conseguenze psicologiche e le ripercussioni del fenomeno sono simili a aquelle del bullismo tradizionale; dunque può esserci un intenso livello soggettivo di sofferenza che va ad interessare l’area individuale e relazionale delle vittime con effetti anche gravi sull’autostima, sulle capacità socio affettive, sul senso di autoefficacia, sull’identità personale. Possono riscontrarsi anche difficioltà scolatiche, ansia, depressione, e nei casi più estremi atti suicidari.
E’ ragionevole ritenere che le conseguenze possano essere perfino maggiormente gravose per effetto della forza mediatica di messaggi, foto e video trasmessi online o sul telefonino.
E’ importante quindi ragionare in termini di prevenzione per evitare di dover affrontare aspetti ben più complessi e problematici: una buona comunicazione in famiglia, a scuola, può rivelarsi salvifica, nfatti sono proprio la disinformazione e la solitudine, la politica del silenzio e la convinzione erronea di non poter denunciare i fatti, a far sì che gli aggressori agiscano sospinti dalla convizione di non uscire allo scoperto e le vittime subiscano provando vergogna e sentendosi inadeguate. Cosa che innesca un circolo vizioso che tende a perpetuarsi con la complicità inconsapevole di diversi attori sociali.
Per difendersi dal cyberbullismo può essere utile:
cambiare indirizzo mail, non frequentare più i siti e le chat dove agisce il bullo;
non dare corda al persecutore: supplicarlo di smetterla, rispondergli per le rime o mostrarsi offesi non fa che aumentare il suo interesse;
si può inviare un unico messaggio in cui si dichiara di aver messo al corrente i genitori e la polizia;
se i fatti persistono contattare la polizia postale o i carabinieri;
segnalare il cyberbullo ai moderatori dei forum o dei blog o il webmaster del sito;
parlare sempre con i genitori, ai quali tocca il compito di promuovere attività di informazione e comunicazione, che è alla base delle dinamiche relazionali via media; questo aiuta tutti a prendere consapevolezza del significato e responsabilità che comporta la trasmissione di un messaggio via internet.
tenere sempre presente che alla base delle nostre azioni ci sono i bisogni non colmati sia del bullo sia della vittima. L’educazione affettiva, l’educazione ai valori del rispetto, dell’identità altrui e delle differenze, delle emozioni e del loro riconoscimento è il fondamento di ogni relazione umana, sana o insana.