BAMBINI IN LIBERTA’ VIGILATA

Che il 2021 si apra all’insegna della libertà! Laddove invece da mesi (per non dire da decenni) questa parola suona assai retorica.
Perchè i bambini sono in “libertà vigilata”? Non è forse vero che fanno oggi molto di più di quanto non potessero avere possibilità di fare, agire, pensare in epoche passate?
La libertà che pensiamo di avere e in cui educhiamo i nostri figli è illusoria e controllata.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è Aimo-piccolo-e-io-mamma-copia.jpg

La prima limitazione della libertà nasce in famiglia. Diversi atteggiamenti educativi infatti creano lacci e impedimenti psicologici, confondono il libertarismo con la libertà. Non è libero infatti il bambino che cresce con genitori portatori di comportamenti mutuati dalla cultura dominante relativista e possibilista e che riflettono le tendenze della società quando questa è un concentrato di stimoli ansiogeni, liberticidi, privi di buon senso e di filosofia della vita. A migliaia siamo cresciuti in un’atmosfera moralizzante, giudicante, limitante e conformista, che crea sensi di colpa e di inadeguezza nel bambino. La società è in effetti fatta dagli adulti per gli adulti e in questo contesto il bambino può solo andare in scia agli standard degli adulti. Anzi ben presto ne sarà lui l’artefice.

La società solo recentemente ha riconosciuto l’infanzia come una particolare fase evolutiva della persona. Fino agli anni 50 il bambino era un aggregato dell’adulto. Ma ciò che vent’anni dopo è successo è stato ugualmente fuorviante. Negli anni ’70 si è assistiti ad un’altra privazione della libertà del bambino: l’illusione dell’educazione senza regole che ha creato forti distorsioni educative radicate nell’ideologia del “liberi tutti” del “faccio come voglio e se non voglio non faccio”, l’epoca della deresponsabilizzazione e dello spicologismo spinto dove ogni atteggiamento scorretto era “colpa del sistema” e il sistema era quello ossessivamente “fascista”, quando i Pink Floyd cantavano “We don’t need no education” e a scuola si dava il “6 politico” a tutti.

Ognuno di noi è uscito da una famiglia, abituandosi ai suoi diversi registri educativi, alle sue conversazioni e collocamenti circa scelte e stili di vita.

Ma alcuni di questi stili hanno fortemente condizionato la libertà dell’agire del bambino. Sono gli eccessi educativi, patogeni, che troviamo diffusi, come quelli che seguono:

se io sono cresciuto in un contesto di iperprotezione genitoriale io avrò paura di muovere passi da solo verso l’indipendenza. Avrò maturato autonomie molto tardi, sarò goffo fisicamente perchè mi è stato impedito di esperire anche il più piccolo e calibrato rischio, dimostreràò un’eccessiva docilità e molta irresponsabilità verso me stesso. L’istinto fisiologico di protezione della madre si è trasformato in una prigione, che nulla a che vedere con la tutela naturale del piccolo ma ha molto a che fare con il tacitare le proprie ansie e il terrore della vita. Il bambino iperprotetto non saprà prendere decisioni.

Parimenti, se lo stile educativo è stato il perfezionismo, io sarò cresciuto con un alto livello di richiesta genitoriale e difficilmente mi sentirò all’altezza di questa aspettativa. Il perfezionista educa il figlio al succcesso, pensando a cosa potrebbero pensare gli altri, costruisce caratteristiche al bambino in modo che esse facciano brillare lui, genitore, di riflesso, dall’abbigliamento, al cibo, alla casa, all’automobile, al cane di moda, tutto perfetto per la famiglia perfetta. Il bambino non può sconvolgere questa messinscena per il plauso pubblico, non può non dimostrare di essere ugualmente performante, come il padre, in campo scolastico, sociale, sportivo. Pena la disapprovazione e il disprezzo.

Se i genitori hanno imposto al bambino severe proibizioni riguardo al sesso, se non è stato libero di giocare a conoscere il proprio corpo e sperimentare, l’adulto di domani non potrà godere di alcuna libertà sessuale ricca di fantasia e di rispetto per il partner, verso il quale egli proietterà le umiliazioni e le conflittualità subite.

L’identificazione con i fattori educativi ricevuti ha ripercussioni nella mancanza di maturità e di movimento da adulti. E’ il caso dei danni da eccesso di indugenza e permissività. Un genitore che adotta questo stile educativo inonda il figlio di regali, spesso senza attendere la richiesta del bambino stesso, senza che egli esprima la propria personalità e i propri desideri. Il risultato è noia e indifferenza, difficoltà a intraprendere ogni sforzo per conquistarsi i propri traguardi.

Patologica è anche l’educazione che arriva da genitori ipocondriaci, che focalizzano l’attenzione morbosamente sulle funzioni fisiche, sulle malattie, sull’igiene. Un lieve malessere solleva i massimi livelli di inquietudine nei genitori con il risultato che il bambino utilizzerà questo strumento di ricatto per ottenere sconti e salvacondotti su ogni impegno gli sia richiesto.

Atteggiamento diffuso tra i genitori è anche la sopraffazione, fraintesa per disciplina e normatizzazione necessarie. Il genitore punitivo in realtà scarica sul bambino la propria frustrazione, aggressività e impulsività personali, legate a storie passate, soggettivizzando il pretesto offerto dal bambino e impartendo castighi con poca coerenza. Questo bambino tenderà a riproporre lo stesso stile educativo con i propri figli.

Il bambino cresciuto in un contesto con tali pressioni educative vive sotto vuoto spinto, fino a che non protesta, anche molto energicamente, con crisi di ribellione spesso in adolescenza, ma alla fine soccombe a quello che poi diventa un modello operativo interno: il bambino naturale è sopito, passa da bambino ribelle a bambino adattato.

Ciascuno dei vari atteggiamenti presenti in modo eccessivo nell’educazione dei bambini, corrisponde a una limitazione della libertà, perchè opera in profondità, nell’inconscio, con ripercussioni sul bambino nel presente e sull’adulto che esso diverrà. L’uomo di domani avrà in sè questo percorso di annichilimento della libertà, intendendo per libertà la più alta istanza interiore dell’essere umano, quella che consente lo slancio creativo verso insuperati orizzonti.

Questi “vizi” educativi, che mettono manette ai bambini, hanno trovato in questo tempo di pandemia un enorme rafforzamento. L’emergenza sanitaria ha rivelato sia nei legislatori sia nei cittadini le linee educative ricevute da bambini. Il modo di impartire o di ricevere le restrizioni è diventato lo specchio di quanto sia in realtà debole la gestione individuale degli aspetti sociali, lavorativi, relazionali, igienici, scolastici, di convivenza urbana. La malattia ha estrinsecato in ognuno di noi esattamente gli imput ricevuti.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è images-1.jpg

In tutti i casi è stata impedita la libertà di valutazione. La reazione dei cittadini è stata indirizzata, imposta, condizionata da dati forniti a tambur battente, prodotti da algoritmi, la politica si è reinventata autoritaria (v. dpcm) ma senza alcuna autorevolezza; si è affermata – grazie alla spalla dei media – alla guida del popolo in forza della constatazione dell’insicurezza contingente. Tale insicurezza è apparsa in tragico conflitto con l’esaltazione della sicurezza di cui ci hanno martellato nei decenni precedenti. L’illusione della sicurezza è una delle tare educative di massa del nostro tempo: ci impregna giornalmente, costruita dall’economia, dalla politica, dalla scuola, dalle TV, e impedisce la libertà di affrontare la sorpresa del vivere.

Infatti davanti al covid siamo apparsi disarmati e impotenti. I più sono andati fuori registro completamente fiondandosi a fare tamponi su tamponi con l’idea che mettesse al riparo, mentre altri hanno abbozzato con sufficienza, quasi che il problema non si ponesse. Ecco anche perchè i media di sistema e la cattiva politica hanno avuto buon gioco nell’impiantarsi al potere da dove portano avanti perversamente un messaggio di paura, diffidenza, sfiducia, panico, incertezza.

I bambini e gli adolescenti sono stati messi in libertà vigilata: dai genitori con modelli educativi limitanti e dai legislatori con le restrizioni sociali, l'”abolizione” della scuola (perchè la DAD non è scuola), l’utilizzo di simboli intimidatori come la mascherina o l’isolamento per la videodidattica. Si deve pensare che su una mente giovane tali restrizioni diverranno strutturali della personalità, i bambini cresceranno con diffidenza verso il prossimo, al quale diverrà non opportuno approssimarsi… Fare questo ai bambini!, che hanno così bisogno di fisicità libera, così capaci di gestualità spontanea!!! E’ un delitto sociale.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è 8c087d82036b0ec6214148f1ec02cc87-653x367-1.jpg

E’ evidenza massima che durante la pandemia la pianta annaffiata da questo concime tossico non darà alcun buon frutto nel futuro della nostra società, ha una radice educativa fragile o sbagliata, cui si aggiunta una inequivocabile manipolazione.