ARNO STERN e IL GIOCO DEL DIPINGERE

di Miranda, praticien nel Coslieu di Bergamo

Arno Stern è stato ed è tuttora il mio Maestro della pratica nel Closlieu, il laboratorio di pittura da lui creato.

Fin dal giorno di tanti anni fa in cui mi si rivelò l’intensità dello sguardo del mio primo figlio, il pensiero di essere responsabile della formazione di quella nuova creatura che portava con sè tutta la sua forza, la sua unicità, il suo stupore e la sua totale fiducia verso il mondo, mi diede un senso di panico.

Immediatamente compresi quanto sarebbe stato difficile assicurare al mio primo bambino (e in seguito agli altri), un percorso unico e personale lontano da quella valanga di pregiudizi e finalità socioculturali che il nostro mondo proponeva come modelli educativi da perseguire.

Essere genitori è un compito che a volte può travolgere.

Ho avvicinato Arno Stern quando i miei figli erano ormai già grandi e fin dall’inizio apprezzai la lezione di rispetto che si realizzava in quel luogo particolare, dai tempi ben definiti, attraverso la figura del “praticien”…Decisi di diventarlo anch’io.

Questa professione rappresentava un esempio concreto dal quale trarre indicazioni per un rapporto interpersonale rinnovato che ho cercato per anni di perseguire nei riguardi dei miei figli.

Forse questa ricerca servirà ai nipoti.

Voglio qui presentare Arno Stern sotto l’aspetto che preferisco, quello del “Praticien” che conduce il Closlieu.

Negli anni più recenti ogni volta che dovevo illustrare il mio lavoro ho colto quasi sempre l’equivoco che la mia professione generava, tutti mi credevano una pittrice anche quando dicevo loro che non avevo mai dipinto, è comune l’idea che solo chi svolge un’attività la possa insegnare.

Ma nel Closlieu non si insegna.

E’quasi impossibile convincere gli “esterni” di questa realtà, invece se ne convincono immediatamente quelli che nel laboratorio entrano e dipingono.

L’atto del tracciare è indissolubilmente legato all’arte, si può dire che l’abbia generata; ma è tempo di recidere questo cordone ombelicale e presentare nella sua espressione libera e naturale l’atto del tracciare. Il Closlieu propone questa possibilità. Conoscere Stern ci costringe a superare gli stereotipi artistici sul dipingere e ad incontrare modalità di espressione, regole, abitudini e linguaggi che nulla hanno a che vedere con l’arte.

Solo perché ci piace giocare un po’ con le parole- e magari scoprire di non essere poi così lontani dalla verità- possiamo tranquillamente dire: “Arno Stern è un artista”, nella accezione di creatore, e il Closlieu è la sua unica “opera d’arte”.

E’ un’opera d’arte vivente.

La creatività di Stern si manifesta, non nei suoi dipinti (visto che non ne ha mai prodotti), ma nella capacità di vivere in modo originale l’incontro con i “bambini che dipingono”,di comprendere le vere necessità di chi dipinge liberamente (come solo i suoi primi bambini nel lontano 46 potevano fare). Con la sensibilità che gli è propria ha saputo caratterizzare il suo laboratorio di pittura come un qualcosa di vivo che continua nel tempo: il Closlieu,una piccola stanza di pochi metri quadrati, è uno spazio eccezionale, nato per accogliere un’attività naturale e antica quanto l’uomo:quella del dipingere.

Molti al primo contatto con questo spazio particolare ne rimangono affascinati; le sue pareti coperte dalle tracce colorate sfuggite alla mano di chi ha dipinto, fanno percepire la vita, i gesti che le hanno prodotte. Ma questa è solo l’immagine che si impone al primo incontro, l’opera è ben altro……..Il Closlieu vive, è un’opera palpitante: un piccolo numero di persone (bambini, adulti e ragazzi), assieme, dipingono in piedi, su fogli appesi alle pareti, lo fanno senza un compenso (anzi devono pagare per poter dipingere) animando così un gioco di cui nessuno -al di fuori dello spazio che li ospita- sarà partecipe.

Da questo spazio i singoli si separano con grande difficoltà, infatti alcune persone lo frequentano per molti anni, e solo  difficoltà oggettive impediscono loro di tornarci.

Dopo essere stati protagonisti di un gioco solamente loro, lasceranno questa piccola stanza e, apparentemente senza nessun segno particolare, rientreranno nella vita degli altri; nulla di visibile- relativo al loro dipingere- li accompagnerà all’uscita. Continueranno ad andare a scuola, continueranno a lavorare, vivranno la stessa vita come tutti….

Si porteranno dentro solo una possibilità in più, fatta di sicurezza e di creatività individui, ancora in grado di giocare, trasgressori rispetto all’idea

che chi produce un dipinto voglia sempre comunicare un qualcosa ad altri, o sogni segretamente di diventare famoso. Al contrario, sono dei ribelli gentili, l’attività del dipingere viene da loro trasformata in un mezzo per “essere”, poichè non chiede alcuna approvazione.

Non desiderano l’esibizione e neppure aspirano al successo.

Sono degli anticonformisti, i bambini lo sono di natura, gli adulti lo possono diventare per scelta.

Lo spazio fisico creato da Stern, e le persone che gli danno vita, compongono questa opera d’arte del presente proiettata nel futuro.

Arno Stern è l’artista che non ha mai dipinto ma  che fa vivere il Closlieu ed è anche l’instancabile ricercatore di un nuovo senso della vita. Il sogno di un mondo migliore.

Questo sogno che lo sostiene da anni, trova nell’esperienza del Closlieu la sua realizzazione concreta.

Qui è possibile sperimentare che determinate norme della nostra cultura si possono superare, alcuni limiti possono dissolversi di fronte alla possibilità di osare.

Una convinzione istintiva lo spinge a credere che sia possibile ridisegnare un modo nuovo di vivere tra persone in grado, come nel gioco, di essere creative, di stabilire relazioni diverse tra i propri simili.

Persone che non basano il loro agire sulla competizione e la sopraffazione ma sono le portatrici, nel loro mondo, di un profondo rispetto verso l’Altro basato sull’accettazione delle diversità, sull’indifferenza al conformismo e sulla capacità  di modificare la loro  stessa vita.

Chi “gioca” nel Closlieu scopre una bellezza nuova, quella regalata dall’armonia di relazioni  gratuite, di gesti e di tracciati che hanno la  leggerezza dell’immediato,  di colori nati solo per assecondare un impulso, un desiderio.

L’esperienza del Closlieu si sta diffondendo, un po’ per caso, là dove incontra un terreno fertile per attecchire, e sta alimentando l’idea di un mondo diverso.

Proprio come per le nuove idee e le opere d’arte, l’ “artista” Arno Stern e la sua “opera d’arte” il Closlieu, testimoniano della  vitalità di alcuni uomini che hanno il dono di farci intravedere un cammino nuovo.

                                                                                                                    Miranda