BAMBINI BILINGUI
PARLANO IN RITARDO?
In occasione della Giornata Mondiale della Lingua Madre (21 febbraio), si è parlato di bilinguismo. Un fenomeno in forte crescita negli ultimi vent’anni. Conoscere una seconda lingua è infatti una competenza ricercata e riconosciuta come un punto di forza. Tuttavia, quando si tratta di bilinguismo in bambini con difficoltà di linguaggio si tende a credere che le due lingue possano creare una maggiore difficoltà o confusione. Ma è davvero così?
Preservare la lingua materna è un modo per mantenere viva la propria identità personale, la storia della propria famiglia e del proprio territorio. Tuttavia parlare due lingue precocemente dà al bambino l’elasticità mentale, la perspicacia e l’intuizione per adattarsi a due sistemi di comunicazione e relazione differenti. Per acquisire una lingua, il bambino deve essere esposto fin dalla nascita, momento in cui il suo cervello è estremamente ricettivo rispetto ai fonemi del linguaggio.
Il bilinguismo è un fenomeno molto vario ed è difficile trovare bambini bilingue che presentano esattamente le stesse caratteristiche, c’è anche una differenza sostanziale tra il bilinguismo famigliare (due lingue madri) e quello scolastico, quando cioè la seconda lingua viene parlata solo a scuola.Intorno al bilinguismo, ed in particolare quando questo si associa ad un disturbo di linguaggio, ruotano alcuni falsi miti. Non ci sono studi che evidenzino una correlazione tra bilinguismo e difficoltà di linguaggio. I bambini bilingue raggiungono infatti le principali tappe di sviluppo linguistico negli stessi tempi: la lallazione tra i 6-10 mesi, le prime parole intorno all’anno e le prime combinazioni di parole intorno ai due anni. Può succedere che all’apparenza i bambini bilingue abbiano un vocabolario ridotto in entrambe le lingue. Ma nel valutare il vocabolario in presenza di bilinguismo è importante considerare la sua competenza complessiva (vocabolario della prima lingua+vocabolario della seconda lingua): se conosce, utilizza e comprende la parola apple ma non mela questa fa comunque parte del suo vocabolario complessivo.
Un bimbo che utilizza due lingue nella stessa frase non sta manifestando un disturbo di linguaggio. Questo fenomeno è fisiologico nella popolazione bilingue (ad esempio “mamma voglio an apple”).
In realtà questa abilità è una strategia comunicativa positiva e adeguata: il bambino, infatti, sta colmando la lacuna che ha in una lingua con la lingua per lui predominante.