GATTI E BAMBINI

Il gatto nella cultura contemporanea e nella storia

La Giornata mondiale del gatto viene celebrata in alcuni paesi, tra i quali l’Italia e molti Stati europei, il 17 febbraio. Il Cat Day fondato dagli italiani per sottolineare l’importanza dei gatti si celebra negli Stati Uniti il 29 ottobre, mentre il 1° marzo in Russia. Non viene quindi considerata come giornata celebrativa in tutto il mondo allo stesso momento.

Il gatto: abbiamo tutti in mente l’effige del gatto sacro ai Faraoni, con il collare d’oro e il profilo di gatto siamese più che mediterraneo…

Effettivamente il gatto – che a mio parere è “l’unico animale che ha soggiogato l’uomo” – è un essere molto affascinante.

Perché parliamo di gatti in rapporto ai Bambini? Perché appunto si è svolta da poco la ricorrenza, quindi l’aggancio all’attualità c’è, ma anche perché il connubio animali-bambini è molto forte. Il bambino di per sé è un essere dove l’animalità originale dell’essere umano è ancora viva, poi si assopisce man mano che il bambino da selvatico diventa adattato, passando per il bambino ribelle. Con tutte le conseguenze buone e meno buone che questo comporta, dove le buone rappresentano una fondamentale socialità e convivenza pratica con gli altri, le meno buone possono – e qui entriamo nel piano filosofico -sortire un essere non più spontaneo, che indossa una personalità condizionata, non più libero nel suo centro più profondo. E qui potremmo discettare per ore…

Torniamo al nostro gatto, che molti di noi conoscono per averne adottato uno, per averlo preso proprio quando è arrivato un bambino in famiglia.

Il gatto non è uno degli animali usato nella pet therapy, perché è ineducabile. Nulla si può insegnare al gatto. Ma averlo per compagno in casa è davvero un arricchimento emotivo e spesso persino consolatorio quando non addirittura un antidepressivo. Durante il lockdown duro di tre mesi, io e mio figlio abbiamo giocato e scherzato tantissimo grazie ai veri e propri scketh comici che fanno i gatti in casa tutti i momenti, oppure quando si abbandonano teneramente a dormire spaparanzati sul divano o sul piumone insieme con noi.

Ai gatti vengono attribuite diverse qualità. Alcuni credono che abbiano un effetto curativo, altri credono che i gatti portino sfortuna (se neri). Si stima che attualmente ci siano 500 milioni di gatti domestici in tutto il mondo e presumibilmente il numero di gatti che vivono nelle strade è molto maggiore.

Perchè il 17 di febbraio

La giornata del gatto è assegnato proprio a questo giorno perché febbraio è il mese dell’Acquario, il segno zodiacale che caratterizza gli spiriti liberi e indipendenti, e per l’aura di sventura che sia il gatto che il numero 17 condividevano in passato. Nell’antica Roma, il numero 17 era scritto XVII, anagramma di VIXI (ho vissuto). Si dice che i gatti hanno sette o nove vite e, nel corso dei secoli, sono stati adorati, temuti e ahinoi molte volte in culture rurali perseguitati (ancora oggi.)

L’amicizia tra gatti e umani esiste da circa 9.000 anni e, quando i primi umani uscirono dalle grotte, i felini erano già con loro, immortalati nell’arte rupestre, scolpiti nel legno o nella pietra, e in seguito anche mummificati come i più influenti membri della società, o effigiati in figure d’oro o d’argento.

Una storia felina che la raccontano i nativi americani irochesi, i quali ritenevano, molti secoli fa, che la Vecchia Signora della Luna avesse con sé un compagno da cui non poteva più separarsi: una magnifica lince di colore rosso. Intanto che tesseva la sua tela rotonda con la forma di una luna piena, la sua pregiata lince si trovava seduta tranquillamente accanto a lei come un innocuo gattone. Ma allorquando la Vecchia Signora si alzò per dare legna al fuoco, la lince afferrò dispettosamente la tela e la disfece, come fanno tutti i gatti sempre giocondi!

Secondo gli indiani d’America è il felino che distrugge la luna la quale, da piena, diviene ogni mese sempre più sottile, fino a scomparire del tutto; quando la Vecchia Signora della Luna ricomincia a tessere, la luna ricomincia a crescere.

Sempre i nativi americani celebravano il gatto selvatico nell’arte tessile e nelle leggende e nei canti, considerandolo una guida e un modello da seguire per i cacciatori, che devono apprendere ad essere essere silenziosi, agili e furtivi come il gatto.

La leggenda della luna si propaga anche in America latina, dove secondo la cosmologia Inca, esiste un luogo sotterraneo chiamato Casa della Luna; qui abita un grande puma, essere solare, che mastica lentamente la luna, rendendola sempre più sottile.

I gatti hanno iniziato ad essere addomesticati in Cina più di 5.000 anni fa. In passato i gatti, animali misteriosi per eccellenza, erano considerati una sorta di ponte tra il mondo umano e l’universo extrasensoriale, così come si credeva che possedessero poteri magici. Questa visione non è del tutto sbagliata: i gatti, infatti, possono sentire gli ultrasuoni e sono in grado di anticipare eventi che solo in seguito vengono percepiti dai nostri sensi. Esaminano l’ambiente circostante attraverso i loro tastatori (le vibrisse), che li avvisano dei movimenti dell’aria, della presenza di ostacoli e anche delle variazioni dei campi magnetici e della pressione atmosferica.

Le più grandi civiltà della storia, dall’antica Grecia ai Romani, hanno venerato i gatti e usavano cremarne i cadaveri per disperdere le spoglie nei campi come propiziazione per il buon raccolto. Nell’antico Egitto, il gatto era una vera dea, Bastet, figlia del Dio Sole, e tutti coloro che ferivano un felino potevano essere condannati a morte.

Fin dal tempo dei tempi tra i Fenici, i primi grandi mercanti marittimi del mondo, si diffuse l’usanza di avere a bordo un gatto, utile per sbarazzarsi dei topi, ma aveva anche doti scaramantiche, oltre a migliorare l’umore dell’equipaggio. Questa tradizione si è perpetuata nei secoli: un gatto marinaio che è diventato famoso è Simon, che ha persino ricevuto una medaglia.

Ad ogni modo, i erano gatti sempre stati venerati dalle culture pagane, quindi erano visti come nemici della fede cristiana. Per scongiurare le credenze pagane, la Chiesa romana ha fatto di tutto, tra cui screditare i poveri gatti: e addirittura torturarli, incidendo sulla loro pelle il simbolo della croce, bruciarli sul rogo, seppellirli vivi, uccisi nei modi più barbari e perfino gettati dalle torri o dai campanili. Si credeva con questo capro espiatorio che  si sarebbe allontanato il demonio, rimosso il male o la malattia dal villaggio. Ma quando i gatti furono uccisi in massa nel Medioevo, quando si credeva che aumentassero i poteri delle streghe, la popolazione dei topi è aumentata in modo significativo in Europa ed è diventata un fattore importante nella diffusione della peste.

Quando finalmente i fuochi dell’Inquisizione si sono spesi, il gatto è tornato ad essere il benvenuto nell’immaginario collettivo. In Scandinavia, ad esempio, i gatti erano portati in palmo di mano perché tenevano sotto controllo case e  granai dai topi. Per questa ragione furono ospitati a dormire vicino ai fornelli, ovvero in cucina, a presidio degli alimenti. Si diffuse così l’idea del buon gatto domestico che aiuta a mantenere il benessere della famiglia.

Si stima che attualmente ci siano 500 milioni di gatti domestici nel mondo per non dire del non stimato numero di gatti di strada a tutte le latitudini.

“Nelle nostre fattorie: il cane e il gatto” è un’unità di offerta formativa coordinata dalla maestra dell’Infanzia Diletta  Marcolin, dell’Istituto Comprensivo di Cesiomaggiore (BL.), che ringrazio.