TERRA TRA LE MANI
La terra è materia viva, a plasmarla ce ne si accorge tangibilmente poichè l’olfatto, la vista e la plasticità tattile ce ne danno un’immediata sensazione.
E’ con questo bagaglio di interesse che siamo uscite dal corso di formazione sulla lavorazione dell’argilla, tenutosi lo scorso 13 dicembre presso Il Circolo della Farfalla di Verona, per farne progetti didattici con i bambini.
Cosa abbiamo usato: argilla bianca e rossa, stecche di legno o plastica, mattarelli, timbri, coltellini, spatole. E poi materiali per lasciare impronte come conchiglie, bottoni, pigne, centrini, juta dalla trama grossa. Uno spruzzino per l’acqua per inumidire l’argilla durante la lavorazione; telai o altre forme per creare tavolette.

Abbiamo dapprima fatto la barbottina: un impasto cremoso, composto da argilla stemperata nell’acqua, che si usa come colla per unire pezzi diversi. Susseguentemente il colombino: un serpentello del diametro di un paio di centimetri che è alla base di ogni lavorazione.
La creta “casca” se si pensa di forgiare un vaso semplicemente tirando uno strato sottile verso l’alto: è una specie di sortilegio della fisica, perciò non vi cimentate in alcuna creazione solida pensando di sfidare quest’inesorabile legge della gravità! Occorre creare un colombino e costruire con quello come un’impalcatura. Dopodicheè con la barbottina e gli strumenti si manipola la materia con molta pazienza e si ottiene il risultato sperato!


Con i bambini naturalmente l’attività di manipolazione non è incentrata sul risultato finale, ma sul processo di sperimentazione nel piacere del fare e del disfare, senza giudizio. Con i bambini più grandi dopo la manipolazione si può azzardare un tema da realizzare.
La grande caratteristica dell’argilla che diverte i bambini è la sua capacità trasformativa: si può usare solida o liquefarla, è fredda al tatto ma manipolandola si scalda, con l’acqua si scioglie e con l’aria si asciuga.
E’ utile condurre esperienze sensoriali (anche ad occhi chiusi): annusare, guardare, toccare per sentirne la consistenza, impastare aggiungendo acqua, appallottolare, schiacciare, pizzicare, torcere, spalmare, lasciare impronte con le dita o con oggetti.
Con la pallina di creta, il serpentello o la sfoglia si possono fare similitudini matematiche assimilando queste forme con i tre elementi spaziali elementari: punto, linea, superficie.
Su una piastrella di creta i bambini potranno intervenire in modi diversi: tracciare con una punta, incidere con una spazzola o una forchetta, strisciare un cordoncino, imprimere una texture, che a differenza delle tracce e delle impronte copra in modo uniforme tutta la superficie; si può operare un calco in negativo con la pressione di materiali o oggetti diversi. Possiamo applicarvi sfere o gocciolarvi la barbottina per un decoro in rilievo.
Anche gli abbinamenti cromatici con terre di diversi colori hanno una bella resa! E si possono usare diluite per colorare su foglio… proprio come facevano gli uomini primitivi nelle caverne: ed eccovi pronto lo strumento esperienziale per un bel progetto didattico sull’homo sapiens!