IL GIOCO SIMBOLICO

Alla Scuola d’Infanzia e al Nido abbiamo angoli didattici espressamente dedicati al gioco simbolico e curati quotidianamente dalle Educatrici affinchè siano funzionali e invitanti… Ma perchè tanta attenzione, di cosa si tratta? Il Gioco del far finta è quello che tra i 2 e i 9 anni consente al bambino di sviluppare l’immaginazione, ovvero la capacità di pensare “altrimenti da come sono io, da come sono gli altri e da come sono gli oggetti nella realtà”. Il gioco di finzione si sviluppa in tre fasi: il bambino finge di essere qualcun altro, il bambino gioca con qualcosa che simula qualcos’altro, il bambino vede un mondo (un setting, un ambiente) diverso da quello che c’è. Lo strumento che il bambino usa è il linguaggio: spesso il bambino parla da solo ad alta voce, verbalizza le azioni del fingere. Se il gioco simbolico viene ostacolato/inibito il bambino cresce con un deficit immaginativo. Da adulto in determinati settori dimostrerà incapacità: non avrà capacità adattiva, non avrà empatia nei confronti degli altri per “mettersi nei panni di”, non nutrirà interesse per la cultura e l’arte, il cinema o la lettura. Avrà difficoltà ad accettare tutto ciò che non è scientificamente verificabile, cadendo nell’iper verificazionismo, sarà cioè un soggetto che non crede a nulla, privo di propensione alla spiritualità, al piacere del mistero. Assistiamo ad un duro colpo inferto all’immaginazione dall’industrializzazione che ha introdotto (e quasi imposto) all’attenzione dei bambini giocattoli strutturati che non lasciano nulla alla fantasia, dove i ruoli sono stabiliti e nemmeno il corpo entra in gioco (basta schiacciare un bottone). La tecnologia ha dato la stroncatura finale: almeno fino a 9/10 anni non vanno dati ai bambini strumenti digitali perchè attraverso la realtà virtuale il bambino cresce in un immaginario creato da altri, preconfezionato, dove la sua di immaginazione non ha nulla più da creare. Anche i libri illustrati rappresentano un iperrealismo per il bambino, che non costruisce più il mondo intorno alla propria idea ma lo trova già suggerito; vanno dati con parsimonia: meglio di tutto la narrazione de vive voix prima della nanna, la sera per veicolare l’immaginazione del bambino dalla veglia al sonno con dolcezza, con affettività e con spazio e tempo per essere elaborata. La narrazione lascia entrare l’ambiente e le emozioni in modo naturale, così il bambino trova le risposte da solo, dentro di sè, collegando i suoi saperi con le esperienze agite e formulando suoi propri postulati.